Per la prima volta nella storia l’intera umanità è minacciata da aggressioni e catastrofi globali che richiedono risposte globali: il riscaldamento climatico, il pericolo di guerre nucleari, il dramma dei migranti, la crescita nel mondo delle disuguaglianze e delle violazioni dei diritti umani, garantiti soltanto nei paesi ricchi e lettera morta per la gran parte dell’umanità.
La globalizzazione ha d’altro canto cambiato, nel mondo, la geografia dei poteri: i poteri politici ed economici che contano, quelli dal cui esercizio dipende il futuro dell’umanità, si sono in gran parte dislocati fuori dei confini degli Stati nazionali, sottraendosi al loro controllo politico e giuridico. Se vogliamo che l’umanità sopravviva, è necessario un salto di civiltà, cioè un’espansione del costituzionalismo oltre lo Stato, all’altezza dei poteri globali da cui provengono le minacce al futuro dell’intero genere umano.
Dobbiamo infatti prendere atto dell’inadeguatezza del costituzionalismo odierno a fronteggiare queste minacce globali. A causa dei loro limiti spaziali, le nostre costituzioni statali, al pari dei nostri governi nazionali, sono impotenti di fronte sia alle violazioni dei diritti fondamentali della grande maggioranza degli esseri umani, sia alle catastrofi planetarie in atto, destinate tutte ad aggravarsi. Solo un nuovo contratto sociale di carattere globale può pattuire, in forma vincolante, le garanzie della pace, dei diritti fondamentali di tutti gli esseri umani e dei beni vitali della natura
Quel contratto fu stipulato all’indomani della seconda guerra mondiale mediante quell’embrione di costituzione del mondo che è formato dalla Carta dell’Onu e dalle tante carte internazionali dei diritti umani. Ma esso è fallito – e non poteva non fallire – per due ragioni. La prima è stata la mancanza di rigidità di tali carte, non sopraordinate alle altre fonti, statali e internazionali.
È chiaro che la pace e l’uguaglianza nei diritti fondamentali, pur proclamate in tante carte dei diritti umani, restano promesse non mantenute se non sono rese effettive e vincolanti attraverso la rigida sovra-ordinazione della loro prescrizione alle sovranità statali e alle diverse e disuguali cittadinanze.
La seconda e ancor più grave ragione del fallimento di queste carte è stata la mancata previsione di quelle che possiamo chiamare istituzioni di garanzia primaria dei diritti di libertà e dei diritti sociali in esse stabiliti. I principi della pace e dell’uguaglianza e i diritti fondamentali delle persone, stipulati nelle tante carte dei diritti, sono perciò rimasti sulla carta per la grande maggioranza del genere umano.
Per questo è urgente una rifondazione del patto di convivenza tra tutti i popoli e gli Stati, onde dar vita a un costituzionalismo globale che rimedi ai difetti della Carta dell’Onu e delle tante carte dei diritti fondamentali. Non basta, infatti, proclamare la pace e i diritti umani.
È necessario introdurre, in una Costituzione della Terra, le loro garanzie, senza le quali pace e diritti sono destinati a restare enunciazioni retoriche: la rigidità della Costituzione globale, cioè la sua sopra-ordinazione a tutte le altre fonti, statali e internazionali; la garanzia della pace, mediante la previsione come crimini contro l’umanità della produzione e del commercio di tutte le armi; la garanzia dei beni vitali della natura, mediante la loro sottrazione al mercato, in quanto demanio planetario; le garanzie dei diritti sociali alla salute, all’istruzione e alla sussistenza tramite la trasformazione dell’Organizzazione mondiale della sanità, dell’Unesco e della Fao in effettive istituzioni globali che garantiscano salute, istruzione e alimentazione di base; un’organizzazione mondiale del lavoro che assicuri garanzie tendenzialmente uguali a tutti i lavoratori; garanzie della sussistenza attraverso un reddito di base universale; un fisco globale progressivo, in grado di finanziare le istituzioni globali di garanzia; garanzie giurisdizionali, infine, a cominciare dall’istituzione di una Corte costituzionale planetaria in grado di censurare e rimuovere tutte le violazioni della Costituzione della Terra. Non si tratta di un ordinamento nuovo. Si tratta dell’attuazione di principi e diritti già scritti nelle carte internazionali vigenti: un’attuazione non solo giuridicamente dovuta, ma anche necessaria ed urgente, dato che da essa dipende la sopravvivenza dell’umanità.