Cosa fa l’Osservatorio?
L’area di ricerca storica vuole fare luce sulle modalità secondo cui le crisi e i loro effetti strutturali esplodono in modo più virulento su alcune regioni, su alcuni territori, facendo emergere in quei territori – nel vivo delle relazioni fra le persone – diffidenze e paura, violenza e razzismo, senso di abbandono e sfiducia nella società, nelle istituzioni, nella politica.
Sempre richiamando la “grande trasformazione”, vogliamo individuare le scintille di una risposta possibile, di relazioni differenti, le molle di una attivazione individuale che sa farsi progetto di comunità, in alcuni casi addirittura progetto politico, esattamente com’è accaduto al movimento operaio prima, alle socialdemocrazie poi nel corso di Otto e Novecento.
Gli obiettivi
- Guardare “a ritroso” nel patrimonio della Fondazione per ritrovare suggestioni, immagini, parole che danno al nostro presente la chance di poter pensare un altro futuro;
- Indagare e sviluppare il ruolo del digitale nella promozione, conservazione e utilizzo delle fonti;
- Favorire una riflessione sulle economie del libro e le diverse modalità di veicolazione dei contenuti.
Comitato scientifico
Fanno parte del comitato scientifico:
- Giovanni De Luna, Università di Torino
- Donald D. Sassoon, Queen Mary University of London
- Roberta Garruccio, Università degli Studi di Milano
- Sabina Loriga, Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi
- Giovanni Conrad Cattini, University of Barcelona
- Giandomenico Piluso, Università di Siena
Network
Le università che partecipano all’Osservatorio sono:
- Università degli Studi di Milano
- Istituto per i movimenti sociali, Università della Ruhr
- Università di Bologna
- Giovanni C. Cattini, Universitat de Barcelona
- Università degli Studi di Milano
- Concordia University, Montreal
- Sciences Po
- École des Hautes études en Sciences Sociales
- Università di Aix-Marseille
- Università di Torino
- Università degli Studi di Bergamo
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