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La sanità nei programmi di Majorino, Moratti e Fontana


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Il tema della riforma sanitaria è una delle partite principali giocate dai tre candidati alla presidenza della Regione. Quello della sanità è anche uno dei temi dove si nota maggiormente l’impostazione ideologica dei programmi dei candidati.


Il programma di Majorino si caratterizza per ricette di policy maggiormente orientate a una governance pubblica della sanità lombarda.

I problemi di policy individuati sono quelli relativi a liste d’attesa particolarmente lunghe, che la coalizione di “centrosinistra largo” si propone di risolvere attraverso assunzione di specialisti, sia in campo medico che in campo amministrativo, misura, questa, utile a sburocratizzare la professione medica.

Inoltre, il programma di Majorino prevede la creazione di un Garante della salute per difendere i diritti dei malati. La questione dell’equo accesso alle cure è anch’essa presente nel programma, che prevede l’esenzione dal pagamento del ticket sui farmaci per i nuclei familiari inferiori ai 100 mila euro annui (lordi).

Una terza questione affrontata è quella della medicina territoriale: in particolare, la coalizione di centrosinistra e M5S si propone di rafforzare la rete dei consultori familiari, “troppo a lungo sottofinanziati e abbandonati”.

A questo tema, si lega la difesa dei servizi alle donne, con la proposta di applicare la legge 197/78 in tutti gli enti ospedalieri, attraverso meccanismi premiali per incentivare la piena applicazione della legge.


Il programma di Letizia Moratti in materia sanitaria si caratterizza per un approccio pragmatico, basato in parte sulle prescrizioni del new public management, ma che non preclude soluzioni basate su spesa pubblica.

Uno dei punti centrali è il potenziamento della rete di medicina territoriale, sia attraverso il rafforzamento della rete consultoriale (in particolare, investendo sulla multidisciplinarità delle equipe mediche presenti nei consultori), sia attraverso la creazione di strutture ad hoc: tra queste, è prevista la creazione di 216 case della Comunità, 71 ospedali della Comunità e 104 Centrali Operative Territoriali.

Il problema delle liste d’attesa è centrale nella diagnosi dei problemi legati alla rete ospedaliera. In questo caso, la politica pubblica proposta nel programma del Terzo polo è un mix di misure incentivanti, attraverso la creazione di un sistema premiale legato al rispetto dei tempi in campo chirurgico, diagnostico e ambulatoriale, e di misure di spesa, con il potenziamento degli organici e l’aumento dei posti letto.


Il programma di Attilio Fontana è quello che si pone in maggiore continuità con il modello di governance presente oggi in Lombardia.

Da un punto di vista di obiettivi di policy, Fontana propone un deciso rafforzamento della medicina territoriale attraverso la domiciliarizzazione dei servizi integrati, lo sviluppo delle Case di Comunità, la creazione dell’infermiere di famiglia. Inoltre, sempre in continuità con le misure di new public management che hanno caratterizzato la sanità lombarda negli ultimi decenni, il programma di Fontana prevede un amplio ricorso a partnership pubblico-privato e alla collaborazione con il terzo settore per ridurre i tempi d’attesa e migliorare l’accesso alle cure.

Un aspetto innovativo sia del programma di Moratti che di Fontana è l’adozione dell’approccio One Health, che vede l’integrazione della cura agli esseri umani, la cura dell’ambiente (per esempio, attraverso la riduzione della concentrazione di particolato leggero nell’aria) e il benessere degli animali come tre componenti essenziali per migliorare la salute complessiva della popolazione.

 

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