Speciali e longform

Israele, la guerra in casa:
a cinquant’anni dal conflitto dello Yom Kippur


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Cosa sta succedendo in Israele?

Cinquanta anni dopo, Israele ripete l’esperienza della guerra del Kippur dell’ottobre 1973: le sue frontiere non sono inviolabili. Ma anche vive la sensazione di dover rispondere all’invasione come se avesse le spalle al mare, senza alternative. Una guerra che si può solo vincere, altre ipotesi non sono in agenda.

Il 7 ottobre 2023, Hamas, movimento terroristico islamico, attacca Israele con migliaia di missili lanciati da Gaza e irruzioni militari: 300 i morti israeliani e 1500 feriti, centinaia di ostaggi.

La rappresaglia israeliana non si è fatta attendere con attacchi aerei e carri armati di Gerusalemme pronti al confine.

Ma da dove ha origine questa guerra?
Fondazione Feltrinelli, attraverso uno speciale editoriale, prova a mettere a fuoco i fenomeni che complicano uno spicchio di mondo non così lontano e ad approfondire i riverberi che quel passato proietta sul nostro oggi.


Il conflitto dello Yom Kippur,
una guerra di area o una guerra di tutti?

Leggi lo speciale
con testi di Vittore Armanni, Pietro Iacopo Benzi, David Bidussa,
Matteo D’Avanzo, Basem Kharma, Daniele Lamberti, Arturo Marzano,
Marcella Simoni, Miriam Zenobio

La guerra dello Yom Kippur

Il 6 ottobre 1973, giorno della festività ebraica dello Yom Kippur, Egitto e Siria attaccano Israele, colto di sorpresa insieme al resto del mondo.

Rapidamente, i soldati egiziani riescono a oltrepassare la sponda est del canale di Suez, mentre le truppe siriane penetrano sulle alture del Golan, arrivando a pochi chilometri dal lago di Tiberiade e invadendo i territori in larga parte conquistati dagli israeliani durante la Guerra dei sei giorni del giugno 1967.

È l’inizio di quella che gli arabi chiamano Guerra d’ottobre e la storiografia occidentale ricorda come Guerra del Kippur: snodo del conflitto israelo-palestinese, momento in cui il mito dell’invincibilità israeliana sembra franare e gli Stati arabi realizzano di poter cooperare per costruire nuove prospettive in Medio-Oriente.

Prospettive che però, nelle tre settimane di scontro, svaniscono. Dopo lo shock iniziale e grazie all’appoggio americano, infatti, le armate israeliane riescono a risollevarsi, tanto che al cessate il fuoco del 25 ottobre Israele riesce a occupare posizioni più avanzate rispetto a quelle da cui era partita.

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a cura di Miriam Zenobio, Università di Trento

Il primo choc energetico globale

Intanto, i Paesi membri di OPEC (Organization of the Petroleum Exporting Countries, composto da  Arabia Saudita, Kuwait, Iran, Iraq e Venezuela.), ossia gli Stati  produttori di petrolio, il 17 ottobre decidono di sospendere la spedizione di petrolio verso le nazioni “amiche” di Israele.

Blocco che provoca immediatamente un’impennata del 70% sul prezzo del greggio e mette a dura prova l’Occidente.

Si tratta del primo choc energetico globale che, quell’autunno, smonta l’ordine economico su cui era stato incardinato il secondo dopoguerra.

Il contesto geopolitico

di Daniele Lamberti, Storico

All’origine della riflessione che prova a dare volti e fisionomie a questo approfondimento, una cronologia degli eventi principali del conflitto.

A partire dalla data della fondazione dello Stato d’Israele, il 1948, con tutte le ripercussioni che ha poi portato con sé, la timeline ripercorre tutte le tappe fondamentali:

– Il conflitto con l’Egitto nel 1956 

– La nascita dell’OLP nel 1964; 

– La guerra dei Sei giorni del 1967 e la guerra del Kippur del 1973 con la conseguente crisi che ha poi colpito l’Occidente, per cercare di capire quali siano le cause di una guerra che ancora sembra di difficile soluzione.

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Il passato al presente

Ma perché posare lo sguardo, oggi, sull’ottobre del 1973? In che misura, cioè, quel corpo di eventi segna un “prima” e un “dopo” nella questione mediorientale? E quanto il nostro tempo è figlio di quella congiuntura storica?

Senza dubbio, malgrado Egitto e Siria abbiano perso la guerra, la loro è stata una vittoria psicologica e diplomatica, che ha avuto l’effetto di riportare bruscamente gli occhi del mondo sul conflitto in corso. Eppure, cinquant’anni dopo, si ha come l’impressione che, tanto in relazione alle questioni territoriali quanto rispetto alle sfide del futuro energetico del pianeta, i nodi allora al centro della guerra siano ancora tutti lì, da districare.

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a cura di David Bidussa, Storico

Opinioni a confronto

Marcella Simoni, Università Ca’ Foscari di Venezia,
Matteo D’Avanzo, Scuola Normale Superiore – Inalco,
Arturo Marzano Università di Pisa.
Tre punti di vista sulla guerra dello Yom Kippur:
Marcella Simoni

Gli anni Settanta in Israele e la Guerra del Kippur

Articoli e inchieste |

Il canto del cigno del panarabismo

Da un lato, perciò, parlare dello Yom Kippur significa continuare a interrogarsi sulla radice della questione israelo-palestinese, sui movimenti della diaspora, sul rapporto con l’identità di chi ha abbandonato il proprio Paese, sulla variegata geografia dello spazio arabo e sulle relazioni diplomatiche che la legano o la allontanano dal resto del globo.

Dall’altro, nel mezzo di una nuova crisi energetica, vuol dire portare avanti una riflessione sul bisogno di fonti di energia alternative ai combustibili fossili.

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a cura di Basem Kharma, Università degli Studi di Milano

Con questo speciale editoriale ci muoviamo in entrambe le direzioni, provando a mettere a fuoco i fenomeni che complicano uno spicchio di mondo non così lontano e ad approfondire i riverberi che quel passato proietta sul nostro oggi.

Lo facciamo attraverso le parole di Matteo D’Avanzo, Basem Kharma, ArturoMarzano, Marcella Simoni, Miriam Zenobio; un editoriale di David Bidussa; una cronologia dei fatti a cura di DanieleLamberti;
la valorizzazione del Fondo Barca curata da Vittore Armanni e il commento alle fonti estrapolate dal patrimonio di Fondazione Feltrinelli a cura di Pietro Iacopo Benzi.

Parola alle fonti: la crisi petrolifera nei giornali

Tracce per un possibile percorso didattico per giovanə studentə

di Pietro Iacopo Benzi,
Storico e Divulgatore scientifico

La storia si può vedere tramite numerose lenti e da diverse profondità.

I giornali, con le loro pagine inchiostrate, sono tra le fonti più interessanti per capire le vicende che vogliamo conoscere e, spesso, possono essere letti per capire lo stato d’animo di un tempo ormai passato e che non ci può essere trasmesso solo attraverso i libri.

Come ricostruire quindi oggi il sentire comune sulla guerra dello Yom Kippur? E quello sulla successiva crisi energetica?

Esplora le fonti tratte dal patrimonio
di Fondazione Feltrinelli

Un testimone privilegiato

Appunti sulla crisi petrolifera dall’archivio Luciano Barca

di Vittore Armanni, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli

Il 1973 è stato l’anno dell’annuncio del compromesso storico, delle conseguenze della guerra dello Yom-Kippur e del rialzo del prezzo del petrolio. Ecco un focus attraverso alcuni scritti di Luciano Barca.

Ecco un focus attraverso gli appunti di Luciano Barca, testimone privilegiato della storia italiana nel secondo dopoguerra è ampiamente noto: il suo fondo personale, conservato presso la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e
integralmente digitalizzato, e le sue memorie, che dai documenti traggono origine stanno a certificare un ruolo di primo piano a fianco di tre segretari generali del PCI (Togliatti, Longo, Berlinguer).

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